LA BANALIZZAZIONE DEL QUOTIDIANO
Subdola, sottile, mai eclatante.
Non propone modelli inarrivabili, seppure contestabili. Rappresenta invece, e senza eccedere in fantasia, realtà limitrofe a noi, se non proprio nostre. Realtà serene, sorridenti, equilibrate, in cui i ruoli sono tutti in scena: madri, padri, figli. Ma le strutture sociali riprodotte sono dolorosamente rigide.
Ci sfiora, ci accarezza, ci entra quietamente dentro, senza fare botti. S’insinua nelle bambine e nei bambini di 3/5/8/10 anni; nei teenager. E negli adulti, naturalmente, ma qui i giochi sono già fatti. Questa è la normalità – sussurrano. La normalità del “sempre così è stato e sempre sarà”. Quietamente, senza eccessi.
Spesso senza corpi denudati o soverchio zelo domestico, modelli di fronte ai quali è istintivo, almeno per molte donne, scandalizzarsi, ribellarsi e denunciare. Cosa è peggio, però: l’incontestabile sconcezza o l’ammiccante normalità proposta alle nostre figlie di madri che portano in tavola colazioni o pietanze? Madri carine, giovani, simpatiche, spiritose, attuali. Donne nelle quali sembra naturale proiettare l’immagine del proprio futuro. E quelle destinate all’infanzia? Guardiamole e inorridiamo: una notevole rassegna di ruoli già assegnati, senza scampo. Mammine, cuochette, ochette….. I maschi? Da un’altra parte.
Lasciatemi divertire, vorrei gridare anch’io, e lasciatele divertire. Certo.
Ma qualche volta provate a mescolare carte e ruoli. Con serenità e naturalezza, perché per molte persone – ci piace pensare – la naturalezza, reale o auspicata, è proprio quella della condivisione. Una riflessione, niente di più, per invitarci a considerare che non è ancora il tempo di abbassare la guardia, men che meno di fronte ad una così inoffensiva, banale, quotidiana, ma ossessiva normalità.
giugno 8, 2013 alle 12:06 am
Articolo interessante e colgo l’occasione per complimentarmi per questo sito! veramente ben fatto e con tanti articoli utili!
agosto 19, 2013 alle 9:33 am
Grazie Caterina! Perchè non ti unisci a noi?
elena
novembre 14, 2013 alle 7:51 am
poche parole che arrivano dirette e senza inutili artifizi. Brava e complimenti per ilblog che non conoscevo.